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Invalidi sul piede di guerra contro INPS e ASL

 

Lecce: Mercoledì 16 Dicembre 2009          

S.F.I.D.A. denuncia i disagi per chi ha patologie irreversibili. Accuse precise sono state lanciate dal Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità per l’umiliazione a cui spesso sono costretti disabili e famiglie al momento dei controlli da parte dell’Inps.

(Antonio Romano) - S.F.I.D.A., durante la conferenza stampa di ieri mattina presso l'Hotel Patria, ha denunciato il grave disagio connesso agli accertamenti periodici soprattutto per coloro che portano addosso i segni di una invalidità irreversibile ed evidente. Il sindacato ha mosso accuse pesanti sul modo in cui vengono eseguite le verifiche straordinarie dei requisiti per l’ottenimento dell’indennità di accompagnamento e della pensione di invalidità.

Il sindacato ha mosso accuse pesanti sul modo in cui vengono eseguite le verifiche straordinarie dei requisiti per l’ottenimento dell’indennità di accompagnamento e della pensione di invalidità. Infatti da giugno sono in corso i controlli voluti dal pacchetto anticrisi del 2008 che ha fatto emergere la presenza del 30% in più di invalidi al Sud rispetto al Nord. Ad essere contestata è soprattutto la ‘burocrazia medievale’ che sottopone tutti ad una nuova visita medica senza una preventiva preselezione che eviti la verifica almeno a chi accusa patologie irreversibili.

“Noi dobbiamo smetterla con le revisioni delle visite di controllo presso l’Inps e gli altri enti - ha dichiarato Vito Berti, Segretario provinciale di S.F.I.D.A. – perché sta diventando una vera e propria vessazione. Noi non vogliamo che a pagare per i falsi invalidi siano i veri invalidi. I veri invalidi certamente non  autocertificano la loro situazione e se c’è qualcuno che certifica persone non invalide certamente non è colpa nostra e non vogliamo pagare per una sorta di ‘corruzione’ che in molti casi avviene. Questa situazione deve finire. ”

“La disabilità grava su tutta sulla famiglia – ha aggiunto Luigi Mangia – e in particolare sulle donne. E’ per questo che la nostra associazione rappresenta le famiglie che hanno a carico disabili e abbiamo pensato che diventando sindacato sociale possa avere riconoscimento e natura giuridica di contrattualità con lo stato e con gli enti locali.” “La nostra filosofia è ‘io sto bene se tu stai meglio’– ha concluso il professore Mangia – se noi cominciamo a stare un po’ bene tutti sicuramente stiamo bene e forse non avremmo più quel debito che noi ci portiamo attorno perché ‘mai nessun disabile ha mai cercato la disabilità’.”

Un aiuto verrà dato al sindacato da parte del patronato Acli che nella persona di Loredana Tundo, direttrice provinciale, ha garantito il massimo appoggio a tutti coloro che hanno ricevuto la richiesta di presentarsi a visita di controllo e soprattutto a tutti coloro che non essendosi presentati è stata sospesa la pensione di invalidità o l’indennità di accompagnamento.